lunedì 9 maggio 2016

Tonio Cartonio Returns (un folle racconto partorito da una folle mente) #1


I lampioni erano rotti. Era una notte senza luna. La pioggia batteva come una dattilografa in un convegno di scioglilinguisti. Il frastuono penetrava nelle abitazioni come lo sferragliare di una locomotiva in un vagone letto. Uno di quei rumori che tormenta ed impedisce di pensare ad altro. Un picchettio di rubinetto rotto, amplificato e gravido delle preoccupazioni che, assiepate durante il giorno, eravamo riusciti a respingere.

Ma quella sera qualcuno non era in grado di percepire tutto ciò.

Marco aveva l'intestino in gola dallo sforzo. Stava cercando di correre più velocemente di un ghepardo. O di uno gnomo di fiaba. Lo scalpiccio della sua maratona gli impregnava le orecchie. Non sentiva nient'altro. Non pensava a nient'altro. Sudava freddo, il suo corpo rilasciava tutto il calore verso l'esterno e non gli rimaneva dentro che un alito gelato ad accarezzare le ossa.

Il terrore si era impadronito del suo corpo. Sembrava un indemoniato. Si guardava indietro, non vedendo nessuno alle sue costole. La speranza di avercela fatta montò in lui.

Girandosi verso davanti non poté schivare un pugno che gli si schiantò fra gli occhi.

Sbattuto a terra tentò di dimenarsi e rialzarsi, ma un piede gli si piantò pesantemente sul petto.

- NO, NO, TONIO NO!
Supplicava.

- Pensavi di potermi sfuggire, eh? Per uno abituato a Lampo, tu sei solo una schifosa lumaca frignante.

Un inquietante sorriso si dipinse sul volto del folletto.

- Ti prego Tonio, dddicevo la vvverità... io non so niente dei traffici, sono solo un pesce piccolo!

- Anche i pesciolini possono fare GRANDI regali.

- Che stai facendo?!

Tonio aveva estratto dall'impermeabile una siringa e stava ticchettando sull'ago.

- Una parte di scivolizia, una di tiramisuper e quattro di blumele. Una dose da orco!

Impugnatala gliela infilzò nel torace, fino al cuore.

Marco annaspò, mentre una paresi gli congelava le braccia in una contorsione di dolore.

- Bene, ora hai due ore di vita. Non dovrai preoccuparti delle ritorsioni dell'Organizzazione. Non hai nulla da perdere. Puoi dirmi tutto sul serio.

- Cosa ti fa credere che lo farò?
Chiese schiumando il moribondo.

- Il fatto che potrei rendere la tua agonia un inferno in terra. Potrei iniziare a tagliarti le dita dei piedi e da lì risalire. Potrei bruciarti il volto. Cavarti gli occhi. È tutto una tua scelta. Morire soffrendo o morire e basta.

- Hai vinto.

...

< Prendo una sigaretta dalla tasca. Cerco di accenderla, ma ho la bocca ancora impastata di moraviglia. Ha un retrogusto da vomito. La butto a terra. La calpesto. La trascino sull'asfalto. Tossisco. La puzza di carne bruciata non è mai piacevole. Quello stronzetto mi ha dato tutte le informazioni necessarie. È stato divertente vederlo scolorire quando lo cospargevo di benzina. Pensava che sarei stato di parola. Pensava che lo avrei graziato. Che gli avrei lasciato passare l'ultima ora e mezza della sua vita in serenità. Che illuso. Aveva svolto il suo compito.
E dovevo mandare un messaggio. Non si scherza con il folletto. Il folletto non perdona.
Rivolterò Cittàlaggiù come un calzino di Lupo Lucio.
Il mio nome è Cartonio. Tonio Cartonio. >



Nessun commento:

Posta un commento